Piante Grasse fascicolo 2, Aprile - Giugno 2015 - volume 35
Morondava: I baobab innamorati |
Sommario - Editoriale - La Sukkulenten-Sammlung di Zurigo di Marco Cristini - Tsingy di Bemaraha di Graziella Sebastiani - Trichocereus l’arte dell’ibridazione di Massimo Battistella - Cronaca di una giornata particolare di Miriam Marcuzzi - Metodi alternativi di semina di Alessandro Golinelli - Le avversità delle piante succulente L’oziorrinco di Emilio Capacci |
Marco Cristini
La Sukkulenten-Sammlung di Zurigo
Foto dell’autore
Sukkulenten Sammlung Zurigo giardino roccioso
La Sukkulenten-Sammlung può essere divisa (con una certa approssimazione) in tre grandi parti: il complesso delle cinque serre maggiori, il giardino roccioso e la zona delle 16 serre più piccole (in tedesco chiamate Frühbeetkästen). Le serre maggiori sono suddivise in base alle esigenze di coltura delle succulente e alla loro provenienza geografica. Sarebbe lungo descrivere sistematicamente ogni ambiente, così mi limiterò a citare le piante che mi hanno maggiormente colpito. Premetto che io ho osservato soprattutto le Crassulaceae, appassionati di altre famiglie sicuramente troveranno molte specie che ho tralasciato.
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Passando alle piante sudafricane, è doveroso menzionare un magnifico esemplare di Crassula perfoliata var. minor (la vecchia C. falcata), che al momento della mia visita era in piena fioritura, uno spettacolo che non si dimentica! Ma questa non è di certo la sola crassula qui presente: C. rupestris, C. ovata, C. cultrata, C. orbicularis e C. perforata si susseguono, intervallate da diversi Adromischus

Sukkulenten Sammlung Zurigo Crassula perfoliata var. minor
Graziella Sebastiani
Tsingy di Bemaraha
Una perla del Madagascar (una delle tante !)
Viale dei baobab vicino a Morondava (Adansonia grandidieri) - foto M. L. Pinton
Il percorso per raggiungere gli Tsingy di Bamaraha è abbastanza avventuroso: lasciata Morondava in direzione Belo-sur-Tsiribihina, si percorrono circa 80 km. di pista sterrata, si attraversa il fiume Tsiribihina su chiatta a motore (ci si impiega circa un’ora); altri 100 km. di pista sterrata in foresta, poi si attraversa il fiume Manambolo su una chiatta spinta da pertiche e, finalmente, si arriva al villaggio di Bekopaka e quindi a Bemaraha.
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Infine un’ultima “puntualizzazione”: per raggiungere Bemaraha (la cittadina “di riferimento” per visitare gli Tsingy) si percorre, all’inizio del viaggio, il favoloso “Viale dei Baobab” (la “Baobab Avenue” dei più raffinati anglofoni).
Tenuto conto della mia non giovanissima età - in pieno accordo tuttavia con i miei compagni di viaggio (quasi tutti più o meno miei coetanei e con condizioni “atletiche” non molto dissimili delle mie) - abbiamo deciso di limitare la nostra “esplorazione” ai “Piccoli Tsingy” (seguendo soprattutto l’ “imperativo” consiglio della nostra guida, che ci ha “vietato” nel modo più assoluto i Grandi Tsingy). Con questa scelta abbiamo naturalmente rinunciato ai panorami più spettacolari (quelli dei Grandi Tsingy), tuttavia l’esperienza è stata comunque entusiasmante.
Bekopaka Parco Tsingy Pachypodium lamerei - foto di Miguel A. Di Toma
Alessandro Golinelli
Metodi alternativi di semina
foto dell'autore
Occorrente:
Box di plastica trasparente
Carta semitrasparente (“carta da forno”)
Vasetti quadrati in PVC, da coltivazione
Biglie di argilla espansa
Composta per cactus
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Nel corso delle sperimentazioni, avvenute tutte in Italia ad una latitudine di 44°50’, si è notato un netto miglioramento delle prestazioni utilizzando dei box di media trasparenza, non colorati.
I due box ultimati e posizionati
Alcuni suggerimenti:
- La temperatura ambientale che garantisce un’ottima germinabilità dei semi è compresa fra 19°C e 25°C. Assicuratevi che all’interno del box non si superino i 32°C per un lungo periodo di tempo.
- Utilizzate sempre dei semi freschi affinché l’energia germinativa rimanga alta e le plantule non soccombano alle prime difficoltà. I semi vecchi germinano in periodi più lunghi, dando origine per lo più a piante deboli e facilmente attaccabili dagli agenti esterni.
Trichocereus cv Juno Noon - foto di Massimo Battistella