RICORDANDO IL PROFESSOR LODI

scritto dal socio Moreno Menegatti nel fascicolo 4 Ottobre-Dicembre 1989

Quando nel 1978, appassionato di piante grasse alle prime armi, decisi di visitare la .collezione dell'Orto Botanico di Bologna, non fu cosa facile. Dopo una lunga trattativa il Direttore arrivò a questa concessione: aspetti il prof. Lodi e chieda se le lascia visitare la serra. Come tutti i giorni il Professore arrivò alle 11,30. Non ebbe nessuna difficoltà a farmi entrare, anzi me ne andai con alcune piantine.
Mi colpì l'enorme entusiasmo che da 60 anni, ininterrottamente, lo animava nella coltivazione delle succulente; il frutto di tanta passione era raccolto nella serra famigliarmente detta "di Lodi".
Cercai di conoscerlo meglio facendogli compagnia nell'ora di quotidiana permanenza nell'Orto. Nonostante gli 82 anni di allora era incredibilmente autonomo.
Durante l'estate la sua presenza in serra era indispensabile anche nel pomeriggio: c'erano piantine da impollinare, da fotografare e soprattutto da annaffiare. Quei pomeriggi li ricordo ancora con tanta nostalgia. L'Orto Botanico era deserto, il caldo in serra soffocante e le piante nel pieno della vegetazione. Il Professore doveva restare in quella fornace non più di 15 minuti, poi ci ritiravamo in un ambiente più fresco a consultare libri e riviste.

Giuseppe Lodi

Alla fine della nostra visita, prima dell'annaffiatura, mi rivolgeva il consueto invito: se c'è qualche cosa che le interessa, me lo dica, se posso... Qualche cosa che mi interessava c'era sempre! Tornavo a casa regolarmente con piantine o talee.
Alcune volte andammo in visita ai coltivatori a noi vicini. Si partiva presto al mattino per essere di ritorno nel primo pomeriggio. Durante l'andata confessava di non aver dormito la notte per l'entusiasmo e l'attesa della nostra spedizione.
La felicità era trovare qualche specie nuova, oppure esemplari da confrontare con quelli che già aveva. Spesso le piante rare sono uniche anche per i coltivatori, ma se si poteva prelevare una talea nessuno sapeva dire di no al Professore LODI. Di ritorno a casa gli era sufficiente un breve riposo e poi via all'Orto a sistemare il materiale ricevuto.
Durante le settimane successive, quando si recava in serra, il primo sguardo era per le nuove arrivate. Se entrava in possesso di una nuova specie la prima preoccupazione era di riuscire a moltiplicarla così da avere una pianta madre per la collezione ed altre con cui effettuare scambi. Chiunque andava a trovarlo in serra non se ne andava a mani vuote.
Quando nacque l'A.I.A.S. i primi a diventare soci nella Regione furono gli appassionati attorno all'Orto Botanico.
In quegli anni fu pubblicata la prima edizione del suo libro, frutto di decenni di esperienze ed osservazioni sulle piante da lui coltivate: il giusto coronamento ad un amore mai venuto meno.
Quando la Sezione iniziò ad organizzare gli incontri all'Orto il Professore vi partecipava regolarmente. La sua sordità non gli permetteva di seguire quanto avveniva nell'aula, così cercavamo di avere per quelle occasioni cataloghi stranieri o libri e riviste con cui passava piacevolmente varie ore.
Visitava le mostre-mercato sempre volentieri. La visita del numeroso pubblico in sala lo rendeva visibilmente contento.
Negli ultimi anni le visite in serra si erano diradate. Aveva così portato a casa qualche piantina a cui era particolarmente legato e che tollerava le condizioni di luce che poteva offrire loro.
Nel febbraio di quest'anno ci è venuto a mancare.
I soci che gli erano più vicini hanno perso un riferimento, una certezza che da sempre sembrava esistere e mai si sarebbe potuto perdere.
Visitare, oggi le serre dell'Orto Botanico è molto più facile. Le piante grasse della sua collezione sono tutte là. Sistemate nella nuova serra si apprezzano di più. Raggruppate per famiglia, ben disposte ed identificate fanno bella mostra di sé, quasi a mantenere vivo il ricordo di chi le ha curate per una vita intera.